10 - Le forze e.m. indotte e la carica magnetica
Nel post "Il momento magnetico dell'elettrone esteso" abbiamo introdotto il quanto di flusso magnetico øm=h/e (vedi eq.3.3) che attraversa la superficie S della spira elementare di corrente (definita dalla linea circolare di campo E).
Ora, come ogni valore e.m. del modello, anche il flusso magnetico è per ipotesi definito come øm(x,t)=øm¢(x,t) dove øm è il modulo e ¢(x,t) il termine di fase (vedi eq.8.1), perciò moltiplicando entrambi i termini della eq.3.3 per la fase ¢(x,t) si ha:
øm¢(x,t)=(h/e)¢(x,t) (10.1)
che quindi rappresenta il valore del flusso magnetico spazio/tempo øm(x,t) (in x=0 oppure t=0).
In questo post mostreremo come la variazione nello spazio/tempo rispettivamente del flusso magnetico øm(x,t) in x=0 oppure øm(y,t) in t=0 (cioè il flusso che ruota intorno all'asse X oppure Y rispettivamente nello spazio oppure nel tempo) induce le forze elettromotrici (f.e.m.) che determinano la rotazione nello spazio/tempo della carica elettrica/magnetica, lungo le rispettive linee di campo e.m. del modello* (vedi il post "Il centro di carica elettrica e magnetica").
Consideriamo quindi la carica elettrica che, secondo la Legge di Farday adattata al modello**, è sottoposta ad una f.e.m. che indichiamo con V ed è definita grazie all'operatore Derivata (vedi eq.8.8) nel riferimento di tipo tempo (cioè in x,y=0):
In questo post mostreremo come la variazione nello spazio/tempo rispettivamente del flusso magnetico øm(x,t) in x=0 oppure øm(y,t) in t=0 (cioè il flusso che ruota intorno all'asse X oppure Y rispettivamente nello spazio oppure nel tempo) induce le forze elettromotrici (f.e.m.) che determinano la rotazione nello spazio/tempo della carica elettrica/magnetica, lungo le rispettive linee di campo e.m. del modello* (vedi il post "Il centro di carica elettrica e magnetica").
Consideriamo quindi la carica elettrica che, secondo la Legge di Farday adattata al modello**, è sottoposta ad una f.e.m. che indichiamo con V ed è definita grazie all'operatore Derivata (vedi eq.8.8) nel riferimento di tipo tempo (cioè in x,y=0):
V(y,t)=+(1/i2π)∂øm(x,t)/∂t. (10.2)
Nota: come discusso nel post "La carica magnetica e la Legge di Lenz" non compare il segno meno della Legge di Lenz.Perciò secondo l'operatore Derivata della eq.8.8 si ottiene la f.e.m. nel riferimento della carica elettrica di tipo tempo:
V(y,t)=øm(y,t)/T (10.3)
che fa ruotare la carica elettrica e(y,t) intorno all'asse Y determinando la corrente I(y,t) in y=0 (vedi eq.8.12).Nota: l'eq.10.2 e l'eq.10.4 verranno poi formalizzate con la eq.11.1 e la eq.11.3 che legano V e Vm al flusso magnetico øm.
La carica magnetica invece è sottoposta alla f.e.m. (che indichiamo con Vm) che è definita, secondo la Legge di Ampère adattata al modello**, applicando l'operatore Rotore (vedi eq.8.9) al flusso magnetico nel riferimento di tipo spazio (in t=0):
Vm(x,t)=(1/i2π)rotøm(y,t). (10.4)
Nota: indichiamo per semplicità con f.e.m. anche la forza motrice dovuta al potenziale magnetico, essendo sempre chiaro dal riferimento della carica elettrica oppure magnetica di quale potenziale si tratta.Perciò la f.e.m. nel riferimento della carica magnetica è secondo la definizione di Rotore della eq.8.9:
Nota: ovviamente con il termine ruotare ci riferiamo al vettore rotante che rappresenta la carica elettrica e(x,t)=e¢(x,t) oppure magnetica em(y,t)=em¢(y,t) nello spazio/tempo interno al modello (in t=0 oppure in x,y=0).
Vale quindi la seguente relazione tra i moduli delle due f.e.m. elettrica e magnetica:
Introduciamo infine una relazione di equivalenza, analoga a quella fatta nel precedente post (cioè ømI=øIm secondo la eq.9.4), e scriviamo per le stesse ragioni di simmetria la seguente relazione tra le energie in gioco***:
Quindi dalla eq.10.7 possiamo ricavare em=eV/Vm essendo come appena visto V/Vm=c (vedi eq.10.6) perciò si ha:
Vm(x,t)=øm(x,t)/λ (10.5)
che quindi fa ruotare la carica magnetica em(x,t) intorno all'asse X generando la corrente magnetica Im(x,t) (vedi eq.9.2).Nota: ovviamente con il termine ruotare ci riferiamo al vettore rotante che rappresenta la carica elettrica e(x,t)=e¢(x,t) oppure magnetica em(y,t)=em¢(y,t) nello spazio/tempo interno al modello (in t=0 oppure in x,y=0).
Vale quindi la seguente relazione tra i moduli delle due f.e.m. elettrica e magnetica:
V=Vmc (10.6)
che si può derivare dalle eq.10.3 e dalla eq.10.5 essendo λ/T=c (vedi eq.2.2).
Nota: come sempre il parametro c ci permette di passare da un valore e.m. all'altro nello spazio/tempo.
Nota: come sempre il parametro c ci permette di passare da un valore e.m. all'altro nello spazio/tempo.
eV=emVm (10.7)
dove em indica la carica magnetica del modello già introdotta nel post "La carica magnetica e la Legge di Lenz".Quindi dalla eq.10.7 possiamo ricavare em=eV/Vm essendo come appena visto V/Vm=c (vedi eq.10.6) perciò si ha:
em=ec (10.8)
(*) L'operazione è analoga a quella fatta con l'eq.8.11 per derivare la corrente elettrica (nel riferimento tipo tempo) e con l'eq.9.1 per ricavare la corrente magnetica (nel riferimento tipo spazio) a partire dalla rotazione della carica e(x,t) e e(y,t).
(**) La corrispondenza con le leggi classiche di Faraday e di Ampère verrà mostrata nel post "Le Leggi di Ampère, Faraday e il modello esteso"; si ricordi però che il fattore (1/i2π) e lo scambio di x con y sono prerogative esclusive del modello.
(***) Come già mostrato nel post "La corrente magnetica e il flusso elettrico" il modello e.m. può essere considerato in modo del tutto simmetrico: come una spira di corrente elettrica, con carica e potenziale elettrico di energia eV, oppure in modo equivalente come una spira di corrente magnetica, con carica e potenziale magnetico di energia emVm.
NB: le equazioni sono indicate col numero di post e di formula: ad esempio (1.2) indica il post n.1 e la formula n.2.
INDICE DEI POST
che definisce il valore della carica magnetica del modello esteso.
Nota: come vedremo nel post "Il modello del positrone esteso (e il polo magnetico)" il campo statico della carica magnetica em è nullo al di fuori dell'elettrone, grazie alla particolare configurazione e.m. spazio/tempo del modello.
Inoltre si osservi che essendo V=øm/T (vedi eq.10.3) dove øm=h/e (eq.3.3) ed essendo I=e/T (eq.3.4) si ha:
Nota: come vedremo nel post "Il modello del positrone esteso (e il polo magnetico)" il campo statico della carica magnetica em è nullo al di fuori dell'elettrone, grazie alla particolare configurazione e.m. spazio/tempo del modello.
Inoltre si osservi che essendo V=øm/T (vedi eq.10.3) dove øm=h/e (eq.3.3) ed essendo I=e/T (eq.3.4) si ha:
ømI=eV. (10.9)
Nota: in un prossimo post utilizzeremo questa ultima relazione per derivare l'energia totale dell'elettrone.
(*) L'operazione è analoga a quella fatta con l'eq.8.11 per derivare la corrente elettrica (nel riferimento tipo tempo) e con l'eq.9.1 per ricavare la corrente magnetica (nel riferimento tipo spazio) a partire dalla rotazione della carica e(x,t) e e(y,t).
(**) La corrispondenza con le leggi classiche di Faraday e di Ampère verrà mostrata nel post "Le Leggi di Ampère, Faraday e il modello esteso"; si ricordi però che il fattore (1/i2π) e lo scambio di x con y sono prerogative esclusive del modello.
(***) Come già mostrato nel post "La corrente magnetica e il flusso elettrico" il modello e.m. può essere considerato in modo del tutto simmetrico: come una spira di corrente elettrica, con carica e potenziale elettrico di energia eV, oppure in modo equivalente come una spira di corrente magnetica, con carica e potenziale magnetico di energia emVm.
NB: le equazioni sono indicate col numero di post e di formula: ad esempio (1.2) indica il post n.1 e la formula n.2.
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